La “politica della paura” nell’epoca globale
Politica della paura – Il terrore mediatico usato come strumento di potere politico e di controllo.
Chi di noi non ha mai provato paura almeno una volta nella vita?
Siamo fatti di cellule, di materia, di emozioni.
Alcune di esse sono primordiali e fanno parte del nostro patrimonio genetico di esseri umani. Altre, invece, sono soggettive e variano in base al nostro vissuto, ma tutti noi possiamo dire di aver sperimentato almeno una volta nella vita la paura.
Per definizione, la potremmo descrivere come una sensazione d’insicurezza, una forte preoccupazione o angoscia che si prova in presenza o al pensiero di pericoli reali o presunti.
La paura, è un’emozione primaria, importante per la nostra sopravvivenza, soprattutto se è legata a rischi reali. E’ un’emozione che attiva delle reazioni fisiche ben precise.
Quando il nostro cervello percepisce una condizione di paura, lo stesso si attiva affinché il nostro corpo sia pronto a reagire. Questa reazione accelera il battito cardiaco e aumenta la pressione sanguigna, dirigendo il flusso del sangue nei muscoli per predisporre quel meccanismo definito “risposta di lotta o fuga”.
Alcuni studiosi hanno definito la paura come “il moto propulsore” che porta al cambiamento, quell’emozione che può spingere le persone oltre i propri limiti, ma che può anche lasciarle immobili nelle loro incertezze.
La paura è da sempre studiata, analizzata, testata e soprattutto utilizzata dai sistemi di potere che operano all’interno della società.
I sistemi di potere, come la maggioranza dei governi, cooperano da sempre a perseguire l’obiettivo di tenere sotto controllo e orientare le grandi masse.
Spesso utilizzano una leva molto importante: l’emotività delle persone.
Secondo il filosofo cognitivista Noam Chomsky, esistono diverse strategie di manipolazione di massa, una delle quali è servirsi dell’emotività umana; le emozioni, difatti, interagiscono direttamente con l’inconscio di ogni individuo, bypassando la razionalità e inibendo il senso critico.
https://www.guidapsicologi.it/articoli/le-principali-strategie-della-manipolazione-di-massa
“Il potere politico si fonda sulla paura. Le dittature si nutrono della paura degli individui: una persona impaurita è molto più facile da controllare…”
La “politica della paura”.
Una delle prove più tangibili l’abbiamo vissuta recentemente, dall’inizio del 2020 fino a pochi mesi fa, durante la presunta pandemia covid-19.
Durante questi anni è andato in scena un vero e proprio terrorismo politico-mediatico, un’atmosfera che non si respirava dai tempi del fascismo.
Ogni mezzo di comunicazione instillava “la politica della paura, il virus della paura”. Annunciavano quotidianamente aggiornamenti sui numeri dei presunti morti da Sars-Cov-2, dei ricoverati in terapia intensiva, istituendo perfino il bollettino covid giornaliero.
Difficile dimenticare la fila dei camion di Bergamo, che trasportavano un numero indefinito di bare o le immagini di uomini e donne intubati negli ospedali.
Hanno letteralmente spacciato per informazione quella che è stata, a tutti gli effetti, una becera propaganda del terrore, facendo leva su due delle paure più profonde degli esseri umani: la morte e la sofferenza.
Un contesto costruito ad arte da la politica della paura, a tal punto da condizionare la mente umana tanto da non riuscire più a vivere serenamente la propria vita quotidiana.
Durante la presunta pandemia da sars-cov-2 hanno utilizzato la strategia del terrore, inducendo le persone ad accettare restrizioni della libertà personale che in nessun’altra circostanza avrebbero mai accettato, come gli “arresti domiciliari”, il coprifuoco, la chiusura delle attività, l’obbligo delle mascherine e l’esclusione dalla vita sociale. Infine fu istituito un lasciapassare digitale, conseguibile in seguito all’inoculazione forzosa di un farmaco sperimentale.
Di fatto hanno legittimato la delazione e la discriminazione delle persone, di coloro che, liberamente, preferivano scelte diverse appellandosi a quei diritti fondamentali oscurati dalla paura alla maggioranza delle persone.
In quei maledetti mesi, l’uso della mascherina non era solo un simbolo che evocava paura, pericolo, angoscia o fragilità, ma rappresentava anche il bavaglio, la privazione dell’espressione umana.
Un popolo disunito, impaurito, manipolato e imbavagliato è disposto a subire qualsiasi tipo di prevaricazione…
Ogni volta che viene attivata una delle leve di manipolazione di massa, le altre seguono a ruota, come in un effetto domino.
I sistemi di potere proseguono, incessantemente, la loro politica della paura terrorizzando le persone attraverso presunte pandemie, inverosimili cambiamenti climatici catastrofici, guerre, crisi economiche imminenti o profetizzando, nientemeno, la diffusione di nuovi virus letali.
Siamo continuamente bombardati da informazioni mediatiche che non fanno altro che attivare la nostra paura per mantenere le persone in un costante stato di allerta, le quali influiscono sul nostro corpo e sulla nostra mente con un unico scopo: il controllo.
Paura, controllo e potere sono strettamente interconnessi e sono i fili utilizzati dal sistema per manovrare ogni aspetto delle nostre vite, lasciandoci briciole di libertà concesse come “un favore”; dove la paura vince, la libertà, muore.
ideato da Elisa Cavazzini
Non è facile metterci al riparo dalla “politica della paura”.
Ma affinché questa possibilità non debba più ripetersi nella storia, che s’instauri nuovamente un regime totalitario, che si autoproclami ed esiga dai suoi cittadini cieco riconoscimento e sottomissione, possiamo attingere da due fonti: la memoria e la conoscenza.
Queste non possono essere intese come una semplice raccolta di dati, fatti e narrazioni, ma soprattutto analisi dell’accaduto, grande senso critico, responsabilità e presa di posizione.
Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio
Perché con questa spada “vi uccido” quando voglio
Io non perdono. Non perdono e tocco!
Athos de La Fère